La scrittura di Franco Daneluzzi è fluida, ma intensa. Sembra di sfogliare un album di fotografie, di quelli rilegati con le pagine in cartone spesso, in cui si possono trovare ancora immagini in bianco e nero, toccarle, odorarle e giocare con gli angoli che si sono staccati nel tempo. Prima ancora che si potessero scorrere migliaia di immagini con il tocco di un dito sullo smartphone, era questa la sensazione tattile. Ecco, le sue poesie si possono toccare.