Ancorchè non abbia, per mia fortuna,
vissuto di persona le tragedie del secondo conflitto mondiale, ugualmente,
già in tenera età, grazie ai racconti di mio padre (che dette tragedie le
aveva, invece, pienamente ed intensamente vissute), ero venuto a conoscenza
dello sfacelo che essa aveva prodotto in Europa e in altre parti del mondo.
Sapevo, che, a causa di essa, oltre 55 milioni di esseri umani, tra cui 6
milioni di ebrei (vittime, più degli altri popoli, della ferocia nazista),
decine di migliaia di zingari e centinaia di migliaia di bam bini innocenti
avevano pagato un grande tributo di sangue. E’ desiderando onorare la loro
memoria, che, ispirando - mi ad una vicenda realmente accaduta, ma servendomi
di personaggi immaginari (cioè i componenti della famiglia Schächter,
protagonisti di questo libro) e di altri reali, ho realizzato quest’opera,
confidando in Dio Onnipotente che simili, tragici, eventi non si ripetano
più, anche se, ahimè, so bene che, quell’homo
homini lupus citato da Plauto nel suo Asinaria, non morirà mai, e che, non
6 milioni di esseri umani, ma l’intero creato potrebbe divenire, un giorno,
vittima della ferocia di qualcuno che, come Hitler, voleva dominare il mondo.
Sono assolutamente vere le vicende storiche narrate, e quindi anche le atrocità
commesse dai nazisti sia nei campi di battaglia che in quelli di sterminio
questi ultimi sparsi più parti d’Europa, Italia inclusa, dove Lager come
quelli della Risiera di San Sabba, di Fossoli, e Borgo San Dalmazzo, più
altri non qui menzionati, ne sono stati un tragico esempio. Strutture, quelle
testè citate, frutto del delirio di onnipotenza di un folle Regime, che, come
tutti ben sanno, aveva, come scopo, non certo il bene dell’umanità.