Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre, pare abbia affermato Winston Churchill. E, forse, aveva ragione.
Questo è il sentore che si respira nell’estate del 1982, nella Rimini marittima tanto amata dai turisti, mentre la politica, l’economia e la credibilità del Belpaese si frantumano e si può sperare solo nel calcio. E questo è ciò che pensano Marco, Sergio e Luigi, tre diciassettenni dalla testa piena di sogni, la voglia di accelerare in vespa e la passione per le belle ragazze.
Ma la verità è che ogni partita di calcio è una guerra che non si può combattere solo in campo, una strategia che non dura novanta minuti, uno strascico che non è solo una coppa.
Nell’estate più magica della loro vita, fra sabbia, stelle, sigarette e voglia di innamorarsi, i tre capiranno che essere giovani, a volte, non è così facile. Così come essere italiani.
Una storia fragile e potente al tempo stesso, un inno allo sport più bello del mondo, all’età più difficile e al mondiale che ha fatto sognare generazioni. Perché si sa, gli eroi in fondo sono solo persone normali che hanno avuto più coraggio degli altri.